mercoledì 24 ottobre 2012

Sentenza di condanna alla previsione.


Andare in galera per non aver previsto l’imprevedibile non l’avevamo ancora … previsto! Purtroppo si è verificato. La condanna a sei anni di reclusione che il Giudice monocratico del Tribunale dell’Aquila ha inflitto ai sei membri della Commissione Grandi Rischi, relativa al terremoto dell’Aquila del 2009, lascia increduli e sbigottiti. Sfruttare lo sciagurato accorgimento che la scienza preveda tutto e risolva tutto è da ignoranti che ignorano la scienza. Chiunque abbia un minimo di preparazione scientifica sa che le leggi della fisica hanno incorporato in sé l’elemento della “certezza della predittività “ solo a condizione che i fenomeni ai quali si riferiscono sono deterministici, reversibili e postvisivi, mentre i terremoti, come è noto, sono di tutt’altro tipo. La geofisica può benissimo conoscere in anticipo (sa prevedere) che un terremoto ci sarà in quel luogo e con quale intensità (valutando l’energia accumulato nel sottosuolo), ma non quando (il momento in cui quell’energia) si sprigionerà! Il Giudice era a conoscenza di questo fatto quando ha emesso la sentenza di condanna della Commissione? La fisica sa benissimo prevedere che se abbiamo un acquario e lo mettiamo a bollire dopo alcune ore avremo una specie di “zuppa di pesce”; ma se abbiamo la stessa zuppa di pesce e la lasciamo raffreddare mica avremo di nuovo l’acquario con i pesciolini che nuotano allegramente! Ecco da dove si deve partire per far comprendere bene che il concetto di previsione ha senso solo se si conoscono i presupposti scientifici del tema della predittività. La condanna a sei anni di carcere lascia esterrefatti e increduli non solo noi ma mezzo mondo e gli ambienti scientifici di tutti i continenti, i quali parlano con “eccesso di probabilità” di follia italiana e di enormità di giudizio, tipiche di una conoscenza che viene chiamata, a torto, “scienza del diritto”. Le conseguenze di questa sentenza saranno onerosi per l’Italia, perché da questo momento in poi nessuno scienziato si azzarderà a fare previsioni di rischio in un Paese dove il concetto di probabilità è una “improbabile conoscenza”. E bravi ai nostri presuntuosi giudici che con molta probabilità, a intervalli di tempo costanti, riescono a fabbricare sentenze probabilmente scriteriate.

1 commento:

Giancarlo T. ha detto...

In effetti si dice normalmente le sentenze non si discutono ma questa lascia esterrefatti ! Dico, per fortuna che ci sono tre gradi di giudizio !! La condanna, giusta, è da riservare al costruttore dei palazzi trappola, all'ingegnere che li ha progettati ed a quello che aveva la direzioni dei lavori, loro e sopratutto l'ultimo non potevano aver visto i materiali che venivano usati. Torniamo con la memori al "tornado"che si sarebbe dovuto abbattere su Roma, cosa che poi non è avvenuta, con seguito di commenti poco intelligenti, hanno sbagliato le previsioni e danno dato l'allarme , e se, io dico, avessero sbagliato a non dare l'allarme ed il disastro fosse avvenuto ? La previsione, lo dice la parola stessa è un atto di incerta lettura del futuro, ancor più quando si parla dei terremoti ! Evidentemente per i giudici non è così !

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