lunedì 15 ottobre 2012

Lo scandalo dei politici italiani cattolici costretti alle dimissioni.


Non è possibile più tacere. Dopo gli scandali di Berlusconi costretto a dimettersi da premier per tutta una serie di comportamenti immorali, lo hanno seguito i governatori delle due potenti regioni del Lazio e della Lombardia. Se poi teniamo conto dei comportamenti senza morale dei politici cattolici siciliani, calabresi e via discorrendo, si avrà un quadro più concreto della sconfitta della cattolicità dei nostri parlamentari, che è sempre stata considerata "Madre e Guida spirituale" dei rappresentanti berlusconiani di centrodestra al potere. In verità, a nostro parere, la cattolicità dei potenti uomini di Berlusconi è stata solo un mero "strumento" per avere i voti dei cattolici, e poi “passata la festa, gabbato lo Santo”! Non si potrebbe spiegare altrimenti come i cattolici del Lazio abbiano votato in massa il capogruppo del Pdl Fiorito ('er Batman 'er fregarolo) se non perché si è presentato come avversario della sinistra e dei laici in generale. Vogliamo denunciare, altresì, che persino la cattolicissima e integralista “Comunione e Liberazione” ha accettato, tra i tanti, quell'assessore regionale colluso con la 'ndrangheta e avrete il quadro completo del disastro di un’intera generazione di politici cosiddetti cattolici. Una vera e propria Caporetto della cattolicità in politica. E, adesso, la domanda: «può una Chiesa cattolica, già screditata dal problema della pedofilia dei preti cattolici e dai reati finanziari commessi dalla sua banca (lo IOR), continuare ad agitare la questione etica come clava antilaica in questo paese»? Cosa dovrebbe fare un cattolico eticamente inattaccabile, che scopre che il partito politico di riferimento della chiesa cattolica, il Pdl di Silvio Berlusconi, è colluso addirittura con la delinquenza mafiosa a Milano e per certi aspetti anche a Roma? Turarsi il naso e continuare a votare il centrodestra? Oppure aprire gli occhi e prendere coscienza che il pulito non sta solo nei partiti che si dichiarano cattolici “a prescindere”, ma anche in quelli avversari del signorotto Berlusconi. O no? Su questa questione, ci piacerebbe conoscere il punto di vista di un arcivescovo cattolico molto “equilibrato e sempre superpartes” come Mons. Salvatore Fisichella, Presidente del "Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione". Chissà cosa penserà delle vicende di questi ultimi mesi, Lui che è così rigoroso nella sua attività di evangelizzazione dei “contesti” politici dei cattolici del Pdl. Vero Monsignore?

1 commento:

Giancarlo T. ha detto...

Bella domanda, da porsi al Presidente della Conferenza Episcopale, quando ci ricorda e ci sollecita l'impegno dei cattolici nella vita pubblica. Ma come si sa i nostri sono tenaci difensori della fede, quella che ti assolve dopo esserti confessato, non certo quella che ti impone tramite i dieci comandamenti una vita pulita e morigerata.
Scendiamo sul concreto, abbiamo politici di area "cattolica" separati e divorziati , peccati veniali ? Non so ma certo peccati assolti. Abbiamo politici che fanno ed hanno fatto della cosa pubblica e della morale pubblica carta straccia, peccati veniali ? Abbiamo delinquenti che si affidano alla preghiera, perfino uno di loro celebrava messa tanto era devoto, peccato veniale ? La cosa importante per loro è aver fermato i cosacchi e messo al riparo i nostri bambini dalle mandibole feroci di quegli animali che se ne cibavano. Io credo che la cosa più importante sia più materiale, il potere, il potere di gestire la vita di milIoni di persone, il potere di essere esaltato, il potere d' avere ad ogni incontro il baciamano. Appunto come i mafiosi

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