lunedì 8 ottobre 2012

Neocon all'«amatriciana».


Il berlusconismo ha fallito. Montanelli lo aveva previsto proprio come si sta verificando. Iniziato come rivoluzione liberale è finito come baccanale con al centro la nipote di Mubarak. E’ stata un’illusione, una terrificante allucinazione collettiva. Adesso che tutti si sono resi conto di che pasta fosse stata questa rivoluzione, Silvio Berlusconi sta cercando di trasformare il fallimento politico, culturale e morale del suo movimento in un “nuovo Rinascimento”. Fa parte del personaggio essere tanto sfrontato quanto pericoloso. Ha un solo trucco possibile: sciogliere i dubbi e le delusioni della base berlusconiana ricorrendo alla religione cattolica. Ed ecco che i suoi seguaci, presagendo elevati danni elettorali stanno cercando di esorcizzarli buttandosi a capofitto sul nuovo verbo del Cavaliere, che riguarda i temi cari al Vaticano: difesa della vita, della famiglia, dei valori cattolici. Maurizio Sacconi, Maurizio Gasparri, Gianni Alemanno e altri hanno iniziato la nuova campagna di immagine mediante una iniziativa neoconservatrice delle loro fondazioni a favore del cosiddetto “cambiamento per la Nazione”. Molto probabilmente questo cambiamento non lo realizzeranno secondo i Tea-party dei repubblicani statunitensi di Sara Palin ma con i più verosimili Tramezzini con porchetta di Ariccia. Il tema politico laziale rimane sempre al centro e fa pendant con “magnà”, dove i Nostri eccellono egregiamente.

1 commento:

Giancarlo T. ha detto...

In questi giorni, il nostro, è in Russia dall'unica persona che con un passato comunista di primo grado, lo rende felice di esistere, l'unico anche che gli dimostra come sia possibile, una volta fatte le regole prendersene gioco.
Chiaro che, fortunatamente per noi, la stessa cosa quì non poteva essere attuata, anche se nel suo intimo avrebbe voluto, noi abbiamo una cosa che sia chiama Repubblica Parlamentare.
L'unica istituzione che potrebbe risollevarlo dal baratro , di idee di cultura ed etico, nel quale è caduto è sempre, come ignorarlo la Chiesa.
Ed ecco che anche lei sottace i vari momenti che il nostro ha violato i famosi codici etici. Due matrimoni, comportamenti licenziosi, tutte cose che la stessa, Chiesa, condanna in un uomo qualsiasi ma che in un potente assolve come diritto dell'uomo al libero arbitrio.
Lasciamo ai posteri il giudizio su quelli che, giustamente, Fini ha etichettato come colonnelli, li ha definiti tali dopo avere precisato che si è colonnelli quando si ha un generale, come dire se sei lustrascarpe tale rimani anche se hai galloni d'oro.

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