sabato 10 luglio 2004

"Fahrenheit" non è solo una unità di misura della temperatura: è il titolo di due film, uno interessante, l’altro meno.

E’ da tempo che volevamo dire qualcosa sul famoso regista statunitense di “Fahrenheit 9/11”, il Signor Michael Moore. Vincitore a Cannes e ricercatissimo uomo del cinema in tutta Europa, è autore del documentario contro l'amministrazione Bush e la sua gestione del dopo 11 Settembre. Personalmente non abbiamo mai gradito gli estremisti, di qualunque colore siano e su qualunque cosa parlino. Non ci piacciono coloro che in nome di un’idea politica, si attivano parlando male a tutti i costi degli avversari come se fossero i soli possessori della verità. Questo famoso Fahrenheit 9/11, che non ci ricorda per niente l’altro più importante Fahrenheit 451, ci è antipatico, anche nel titolo. Sfruttare la tragedia avvenuta l’11 Settembre a New York per parlare male del Presidente degli USA per motivi politici, non ci piace. Che poi George Bush abbia commesso tanti errori e che abbia agito politicamente in modo sbagliato e disonorevole in Iraq, fallendo completamente l’approccio alla questione politica del terrorismo musulmano, questa è un’altra cosa. Non si avvertiva la necessità di ascoltare il Sig. Moore per farsi un’idea giusta dell'approccio sbagliato dal Presidente USA. Distinguiamo e non confondiamo le due cose. A una causa sbagliata degli USA in Iraq, non si può rispondere con un documentario che di oggettivo ha solo che è stato realizzato da una macchina da presa.

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