venerdì 9 luglio 2004

Non si impongono a tutti i diritti di pochi.

Il caso è semplice. Le conseguenze sono complesse e dannose per la comunità studentesca campana di tutte le razze e religioni. Il rischio è che nella scuola di quella regione non si studi più adeguatamente. Più grave sarebbe poi se la proposta campana fosse accettata anche in altre regioni. Si tratta di questo. L’Assessore alla formazione della Regione Campania ha proposto di chiudere le scuole in occasione delle festività di altre confessioni religiose, come per esempio il Ramadan, il Capodanno cinese, o la Pasqua ebraica. Da un punto di vista di principio sembrerebbe una proposta intelligente. Il fatto è che stiamo parlando della scuola pubblica italiana, quella scuola nella quale ormai da lustri, con i cambiamenti negativi effettuati irresponsabilmente da tutti i governi che si sono succeduti nel paese, non si permette più ai giovani di studiare proficuamente. Siamo dunque alle solite. Gli estremisti di sinistra sono di nuovo in azione per demolire quel poco che è ancora rimasto dell’impianto classico della scuola italiana. Si vuole imporre a una maggioranza di cittadini che hanno iscritti i propri figli per studiare nella scuola pubblica, il dovere forzato di rimanere a casa e non poter sfruttare il diritto costituzionale a ricevere istruzione. E tutto questo perché? Per permettere a ogni gruppo etnico o religioso di festeggiare la propria ricorrenza. Di questo passo la scuola sarà in funzione un giorno si e l’altro no e in un anno scolastico il numero delle festività è destinato ad aumentare paurosamente e vertiginosamente. Perché? Facciamo un semplice conticino. La legge scolastica prevede già un numero esiguo di giornate di scuola. Il più basso al mondo. In una anno appena 200 giorni. Che è come dire (200/365).100=55% circa. Ci si può rendere conto di questo dato pensando che in linea teorica la scuola è aperta all’anno solo per il 55% del suo tempo. A questo dobbiamo aggiungere le seguenti attività che permettono agli studenti di fare vacanza. Elenco, di seguito, alcuni dei più variegati motivi, non tutti, che impediscono di fare lezione: assemblee studentesche di classe una al mese, assemblee d'Istituto una al mese, uscite per teatro fino a sei all’anno, visite guidate, accoglienza di inizio anno fino a una settimana di lezioni, tutoraggio degli studenti, visione di film programmati a livello di intere classi fino a una al mese, orientamento universitario fino a cinque giorni all’anno, settimana bianca, progetti previsti dal POF, progetti non previsti dal POF, progetti non previsti da nessuno ma che molti insegnanti riescono a spacciare per cose importantissime quando invece non lo sono, scioperi generali degli insegnanti statisticamente quattro all’anno, blocco degli scrutini da parte di sindacati di estrema sinistra, scioperi degli studenti, assenze collettive degli stessi, prove di simulazione della prima e della seconda prova scritta agli esami di stato, prove di simulazione della terza prova scritta, vigilanza per le prove più imprevedibili, Olimpiadi della matematica, della fisica, della chimica, della filosofia, della informatica, certamen di latino, assenze degli insegnanti per motivi di salute e di famiglia, per concorsi, per partecipazione a corsi, corsetti e corsicini di nessun valore, seminari universitari di specializzazione, ecc.. Come vedete la scuola superiore di oggi è un continuo bazar di festività che si susseguono ogni giorno. Aggiungiamo le numerosissime assenze degli studenti che vengono effettuate all’insaputa dei loro genitori e il gioco è fatto. Diciamo la verità. Ormai la scuola media superiore è decotta. Aver introdotto i debiti scolastici e aver trasformato le commissioni di esami di stato in una folle corsa alla autoesaltazione e alla autoreferenzialità dei consigli di classe chiude la partita. Aggiungete, altresì, che un docente che è inadeguato a fare l'insegnante in una qualunque disciplina è praticamente inamovibile. Dunque, aspettatevi di peggio in futuro, soprattutto quando la nuova riforma della scuola secondaria andrà in porto. A questo Assessore di sinistra, che pensa di sinistra, e che agisce di sinistra, che crede di aver fatto una cosa intelligente gli suggeriremmo di dimettersi dall’incarico per esplicita inadeguatezza. Sarebbe la cosa più intelligente che un politico di sinistra come lui o lei potrebbe fare in una situazione del genere. Ah, dimenticavo. Se vogliamo fare le cose in maniera brillante, allora si potrebbe risolvere il problema in modo pratico, senza aggiungere vacanze inutili e dannose. Per permettere a ogni gruppo etnico o religioso di festeggiare la propria ricorrenza si decida di far coincidere la vacanza religiosa con una giornata festiva già programmata. E’ semplice no? Ma il problema è più grave di quello che si pensa, caro il mio Assessore alla formazione. E diventerà sempre più pericoloso in futuro. Non è una festa in più o in meno quello che ci preoccupa. Continuando di questo passo, si arriverà al fatto paradossale che la scuola italiana dovrà insegnare a classi di soli studenti islamici, tutti musulmani, programmi scolastici integralisti, in lingua araba e con una disciplina analoga alla nostra IRC (Insegnamento della Religione Cattolica). E scimmiottando la legge sull’insegnamento della religione cattolica si dovranno assumere preti musulmani, ovvero imam, che insegneranno il Corano a scuola. Il tutto, naturalmente, con i soldi dei cittadini italiani. Nessuno si pone il problema della delicatezza e della complessità della questione politica e, fatto più grave e intollerabile, nessuno pensa che il problema si ingigantirà ancor di più in futuro. Con la scusa dell’integrazione etnica, della multiculturalità, con il ricatto che “o si fa così, o niente” si vuole subdolamente trasformare la scuola secondaria superiore italiana in un gigantesco calderone del tipo “fai da te”, un colossale pout pourri scolastico, in cui tutto è permesso e ognuno si sceglie quello che vuole, come al supermercato. Per chiarezza e per onestà ci si permette di presentare due sole osservazioni nelle quali crediamo fermamente. Primo. L’immigrazione deve essere vista come una ricchezza. L’immigrazione di persone oneste, che vengono in Italia a lavorare onestamente e non clandestinamente, rappresenta una modalità di vivere che deve essere agevolata dalle Istituzioni e dalle leggi italiane. Devono essere garantiti diritti e doveri, come quelli dei cittadini italiani. Diritto all’istruzione per i figli degli immigrati, diritto all’assistenza sanitaria, ecc.. Secondo. L’immigrazione deve essere trattata da un punto di vista culturale. Cioè deve essere resa obbligatoria la conoscenza della lingua italiana (con corsi gratuiti agli immigrati in regola) e della cultura italiana. Attenzione. Questo è un passaggio fondamentale. La conoscenza della cultura italiana (da Dante Alighieri a Giuseppe Verdi, da Michelangelo a Giuseppe Garibaldi, da Leopardi a Enrico Fermi, ecc..), delle tradizioni culturali del paese che ospita l'immigrato, è un elemento indispensabile per favorire e risolvere direttamente le difficoltà dell’integrazione. Deve essere reso obbligatorio lo studio delle radici della cultura italiana, altrimenti l’immigrato sarà un corpo estraneo facilmente manipolabile dal primo terrorista islamico che gli chiederà di combattere contro tutto l’Occidente. Chi non capisce questo o è un attivista inesperto e maldestro, o è in malafede. Non vedo alternative. Che ne pensa Signor Assessore alla formazione della Regione Campania?


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