Il Presidente palestinese Yasser Arafat è ritornato ad essere al centro dell’attenzione internazionale a causa della rivolta delle milizie palestinesi di Gaza, contrari alla nomina di suo nipote Musa Arafat a capo dei servizi di sicurezza. E per questo motivo sono scoppiate delle faide interne ai palestinesi, con una vera e propria battaglia tra miliziani e agenti delle forze di sicurezza dell'Anp, con attacchi di guerriglieri di una fazione alle milizie di un’altra, con azioni di lotta armata di corpi militari della seconda fazione contro i seguaci della terza fazione. E così di seguito. A noi, osservatori esterni della realtà mediorientale, non interessano questi fatti. E nemmeno è nostro interesse approfondire le beghe di famiglia o di tribù. Noi siamo portati a comprendere i fatti e dare il nostro modesto punto di vista. Sta il fatto che a questo punto non si capisce più nulla. Chi attacca chi, e chi è attaccato da chi. Tra Al Aqsa, Fatah, Hamas gli attori violenti sono molti e certamente non portano bene alla causa palestinese. In pratica, vi è uno stato di caos permanente e una situazione di anarchia rivoltosa che costringe i cittadini della striscia di Gaza a vivere in perenne stato di angoscia per la loro vita e per la loro dignità di persone umane. Ma non si era detto che il Presidente Arafat era contro la guerriglia e il terrorismo? Non si era detto che era tutta colpa di Sharon? Vuoi vedere che gli israeliani, che in tutta questa vicenda non sono certamente indenni da responsabilità, avevano ragione? A chi giova tutta questa baraonda? Il fatto è che bisognerebbe tirare le orecchie a tutti quei tromboni della politica internazionale ai quali, in fin dei conti, non interessa nulla della pace tra israeliani e palestinesi. Ma quando lo capiranno i cittadini palestinesi e israeliani che la pace si può ottenere in qualunque momento a condizione che si privilegi l’unica strada maestra che è il tavolo dei negoziati? Non esiste un solo attore sullo scenario del medioriente che abbia veramente a cuore la pace. Sono tutti in malafede, dall’ANP a Israele, dalla Lega Araba all’UE, dagli USA all’ONU. Neanche il Vaticano mi sembra indenne da pregiudizi. Nessuno vuole la pace degli "altri" e tutti vogliono la “loro” pace. Ipocriti! Il fatto è che manca un autentico progetto di condivisione di valori e di ideali col quale creare quello spirito di cooperazione e di collaborazione che, unico elemento concreto e intelligente di un progetto serio, potrebbe risolvere il problema. Non siamo lontani dalla verità quando affermiamo che il conflitto israelo-palestinese è strumentale. Esso serve soltanto a quei signori terroristi e nazionalisti panarabi ed ebrei che vedono soltanto le ragioni della forza e della lotta armata per far prevalere le proprie idee a danno di quelle degli altri. Quante sono lontane le belle e semplici parole di un Sadat e di un Rabin che sull’altare della pace hanno immolato la loro vita. E quanto sono vicini i rantoli affannosi pieni di risentimento e di odio di coloro che desiderano vivere odorando solo il puzzo delle armi e della guerra. Povero mondo, come ti sei ridotto.
lunedì 19 luglio 2004
Un braccio di ferro tra miliziani e agenti dell’ANP palestinese: era questo che si desiderava?
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento