venerdì 2 luglio 2004

A proposito della riduzione delle tasse: proposta che taglia la testa al toro.


Ogni volta che siamo costretti a scrivere qualche opinione personale sull’operato e le idee politiche del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, diciamo a noi stessi che questa volta sarà l’ultima. Ma come si fa a garantire la promessa se, poi, ogni giorno, Lui, ci dà spunti incontenibili e ci costringe a intervenire di nuovo? A proposito della diminuzione delle tasse ha recentissimamente detto che “se fosse per me l’aliquota massima sarebbe del 33%. Ma non voglio che si dica in alcun modo che voglio privilegiare le classi con redditi maggiori, perché non è vero”. Dunque, il Cavaliere si è posto il problema che gli altri non gli credano perchè Lui, viceversa, non è a favore dei percettori di redditi maggiori. Insomma, è possibile che non siano dicerie quelle che si mormorano tra la gente. Il pericolo però esiste. E come lo elimina Lui? Insistendo incessantemente su due sole aliquote, una al 23% e l’altra al 33%. Dunque, noi dovremmo credere alle favole e pensare che le cose non stiano così, perché Lui non è a favore dei ricchi, ma dei poveri aggiungiamo noi. Vero? Cosa si fa in questi casi per dimostrare chi dei due ha ragione ed è in buona fede? Semplice. Faccia una proposta del genere. Redditi fino a 15000 €, zero tasse. Redditi da 15001 a 30000 €, tasse al 10%. Da 30001 € in su, scelga lui la percentuale, e mantenga i conti a posto. E noi gli crederemo. Ah, piccola dimenticanza. Chi è padrone dell’informazione e contemporaneamente è Capo dell’Esecutivo e, dunque, si trovi in un clamoroso conflitto di interessi che non ha eguali nel mondo democratico, paghi allo Stato il 100% del reddito. Tanto lui ha lo stipendio di Primo cittadino d’Italia. Ma state sicuri che anche questa non gli andrà bene.

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