sabato 17 luglio 2004

Viene prima il diritto alla vita o lo stipendio?

Un cieco cade nella metropolitana di Roma sui binari e muore. Aveva scambiato il vano tra due carrozze per la porta d’entrata del vagone. I particolari sono inutili. Il Direttore generale dell’Azienda romana Met.Ro., responsabile del servizio, dice che “un fatto del genere non era mai accaduto”. Si è sbagliato clamorosamente. Viene smentito prontamente da un altro signore non vedente, al quale qualche anno fa successe la stessa cosa. Ma in quell’occasione si salvò. Caro Sindaco Veltroni, non bastavano tutti i dilettantismi e le incapacità di chi gestisce la metropolitana di Roma per capire che è inderogabile cambiare gestione all’azienda? Quanti ciechi devono morire ancora per rimuovere gli incapaci che non sanno amministrare l’azienda? Per favore faccia qualcosa. Di sinistra o di destra, non importa. Ma permetta a chi non vede di viaggiare in metro, almeno sicuri di non morire. Il diritto alla vita, non viene prima del diritto allo stipendio, soprattutto quando non si garantisce di uscire indenni da un meccanismo infernale qual è quello della metropolitana di Roma che non ha eguali nel mondo? Lei che è un Sindaco di successo, per favore faccia qualcosa. I cittadini romani gliene saranno grati a vita.

Francia, ha mentito la ragazza dell'aggressione antisemita.

La giovane ha ammesso di essersi inventata tutto. Ora è in stato di fermo a Parigi. Cosa dire? Intanto che è necessario e indispensabile smentire l’accaduto e ridimensionarlo nel fatto. In secondo luogo, sarebbe auspicabile non trovarsi mai in queste situazioni. Scrivere articoli sotto l’impulso di notizie incerte o di dubbia veridicità non va mai bene. Ci scusiamo con gli interessati per il nostro commento del 12.07.04, dal titolo “Francia: Successi e contraddizioni”. Confidiamo nell’intelligenza del lettore e confermiamo la nostra assoluta buona fede sul significato da dare all'articolo.

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